Le ultime frontiere dell'architettura software
In questi anni, le strategie di progettazione dei software hanno conosciuto una rapidissima evoluzione: quali sono le principali direttrici di questo cambiamento?
Se, più di vent'anni fa, la diffusione su larga scala di internet ha cambiato radicalmente le strategie di progettazione alla base dei software - per esempio, con l'ascesa delle architetture orientate ai servizi (SOA) - il presente è rivolto soprattutto ai microservizi, che consentono di sviluppare applicazioni come una serie di piccoli servizi autonomi, offrendo notevoli vantaggi in termini di scalabilità e resilienza.
Vediamo dunque alcuni dei paradigmi e delle tendenze più innovativi del settore, che possono anche essere applicati in una logica di integrazione, dando luogo ad architetture ibride in grado di sfruttare i punti di forza di ciascuna:
- Architettura serverless. Lanciato originariamente da Google nel 2008, questo approccio consente di creare e gestire applicazioni senza preoccuparsi dell'architettura sottostante: in altre parole, è sufficiente per lo sviluppatore scrivere il codice ed eseguirlo. Le principali opportunità offerte da soluzioni di tipo serverless riguardano l'automazione di un maggior numero di attività, l'aumento del livello di produttività e la riduzione dei costi, resa possibile attraverso un'allocazione dinamica delle risorse. E' tuttavia necessario precisare che il termine "serverless" non significa che in questa infrastruttura non siano presenti server, ma si riferisce piuttosto all'esperienza di sviluppo complessiva.
- Intelligenza artificiale e Machine Learning. Temi centrali nell'attuale dibattito tecnologico, costituiscono entrambi la frontiera più avanzata anche nel campo dell'architettura software. Attraverso l'IA, le applicazioni possono diventare più smart e adattative rispetto al contesto in cui si trovano ad operare, incrementando notevolmente le performance in termini di riconoscimento vocale e analisi predittiva.
- Architettura a container. Nota ormai da decenni, negli ultimi anni questa tecnologia ha conosciuto un'ampia diffusione in ambito IT e Cloud Computing, soprattutto a partire dall'introduzione di Docker (2013). L'infrastruttura si avvale appunto di container (ossia spazi isolati all'interno dello storage in uso) per isolare le applicazioni e le loro dipendenze, consentendo l'esecuzione del codice in qualsiasi ambiente informatico e contribuendo in generale al deployment e alla scalabilità. Per queste sue caratteristiche intrinseche, l'architettura a container si propone come modalità di progettazione estremamente agile.
- Architettura event-driven. In questo tipo di configurazione, un componente software viene eseguito in risposta alla ricezione di una o più notifiche di eventi, agevolando la comunicazione tra servizi. Un'infrastruttura event-driven permette insomma di agire su questi eventi nel momento in cui si verificano: proprio la sua capacità di azione in tempo reale è alla base del suo grande successo tra le aziende ed altre organizzazioni.
- API-First Design. Approccio che dà rilievo alla progettazione delle API, mettendole al centro del processo di sviluppo. In sostanza, ogni aspetto legato allo sviluppo del software presuppone che le API siano già state progettate e documentate in maniera accurata. Questa impostazione si segnala per quattro importanti vantaggi: indipendenza dei componenti (per la quale il team può lavorare in parallelo su parti diverse), identificazione preventiva di problemi, miglioramento del design, integrazione con altre applicazioni e servizi. Fondata sul valore della collaborazione, l'API-First Design si distingue per un'attenzione particolare all'esperienza utente.
- Edge Computing. Soluzione chiave nel generale contesto di ascesa del cosiddetto Internet-of-Things (oggi declinato in applicazioni connesse soprattutto a guida autonoma, smart city e contenuti multimediali), risponde all'esigenza di elaborare i dati "alla fonte", cioè restando il più vicino possibile al dispositivo che li origina. Lavorando con dati raccolti in tempo reale, questo approccio consente di ridurre la latenza e il carico sui data center, e di aumentare la velocità della risposta. Un altro vantaggio significativo riguarda poi la sicurezza, di profilo elevato visto il mantenimento dei dati "on edge".
L'insieme di questi paradigmi è alla base degli approcci che stanno ridefinendo le modalità di progettazione, sviluppo ed implementazione delle applicazioni. Con la continua evoluzione di tecniche e metodologie, il futuro dell'architettura software promette di essere tanto dinamico quanto stimolante: a fronte di un simile scenario, sarà cruciale per aziende e sviluppatori che intendono mantenere un alto livello di competitività restare al passo con queste tendenze.
Alberto Vigolungo
ph E.D.